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La Flora

La Flora

Il paesaggio alpino è sinonimo di un ambiente incontaminato, che offre all’escursionista la scoperta di scenari sempre nuovi e incantevoli. I nostri boschi, che all’apparenza sembrano naturali, sono invece il frutto di piantagioni effettuate decine e decine di anni fa. Infatti, passeggiando nel bosco, si può notare che non è diviso in zone omogenee, dette particelle, delimitati da confini con segni colorati posti sul tronco degli alberi o sui sassi presenti nel terreno. Questa operazione viene fatta per facilitare il taglio dei boschi, che, essendo per lo più artificiali, devono essere governati in maniera corretta.

BOSCO MISTO

BOSCO MISTO

Sulle montagne altopianesi si trovano varie tipologie forestali, come il “bosco misto”, composto in parte da boscaglie rade e in parte da zone di bosco fitto, nei quali le essenze principali sono costituite da specie prevalentemente termofile, come la  Roverella, il Carpino nero e l’Orniello. Quest’ultime, nelle zone maggiormente soggette ad umidità e a temperature più fresche, lasciano il posto a specie come il Faggio e l’Abete rosso, di origine sicuramente artificiale; nel sottobosco si possono trovare specie particolari come l’Epimedio, l’Edera, la Rosa canina (utilizzato per la produzione di un’ottima marmellata) e la Pervinca che in primavera colora di blu il sottobosco. 

FAGGETE

FAGGETE

Superati i boschi misti la presenza del faggio diventa sempre più marcata; infatti, si possono incontrare faggete pure o consociate ad essenze arboree come l’Abete rosso e l’Abete bianco. Il faggio trattato a ceduo, cioè sottoposto a periodici tagli che conferiscono alle faggete una fisionomia del tutto unica, è la principale specie utilizzata da secoli dalla popolazione locale come fonte per il riscaldamento delle abitazioni.

Da marzo a maggio, quando i faggi non hanno ancora messo le foglie, si succedono nel sottobosco alcune specie erbacee: l’Anemone epatica, Anemone nemorosa che fiorisce assieme alla Primula minore e all’Aglio orsino, che disperde nell’aria un forte profumo di aglio.

Nei mesi successivi si possono osservare distese di Acetosella dalle foglie cuoriformi, la Felce femmina e la Asperula, amanti queste ultime di zone ombrose.

Le faggete più importanti nel nostro territorio si possono trovare nella parte mediana della Val di Nos, nella parte superiore della Valle di Campomulo e nella zona di Valbella e Col del Rosso.

Uso consuetudinario è la spartizione delle “bollette di legna” per i residenti sull’Altopiano; infatti ogni anno, i Comuni assegnano una quota di legname, tra i residenti delle varie zone dei paesi, aiutando così le famiglie nel riscaldamento durante i lunghi mesi invernali.

PECCETE

PECCETE

Salendo di quota si possono trovare i caratteristici boschi di Abete rosso, che, con le loro inconfondibili chiome, colorano il paesaggio circostante. In queste formazioni, oltre all’Abete rosso volgarmente detto “peccio”, trova collocazione l’Abete bianco (detto “tanna”), altra specie del territorio altopianese. Le due varietà, seppur simili, si differenziano per alcuni aspetti morfologici e di portamento. L’Abete rosso presenta aghi appuntiti a sezione romboidale di colore verde con una tipica disposizione a spirale sul rametto; gli strobili (= le pigne) sono generalmente cilindrici, rastremati all’estremità, e penduli dai rami. La corteccia è di colore rossastro e si sfalda in sottili placche tondeggianti, detti “soldini”. La chioma, di colore verde brillante, nella maggior parte dei casi presenta rami discendenti.

L’Abete bianco, invece, è un albero con chioma di color verde scuro che tende ad un arresto dell’accrescimento apicale con conseguente sviluppo dei rami che vanno a formare il cosiddetto “nido di cicogna”, quando la pianta ha raggiunto la maturità. Gli aghi sono di colore verde scuro disposti tutti nettamente a pettine con l’estremità arrotondata, che presentano nella pagina inferiore due linee stomatifere bianche e cerose, che conferiscono alla foglia stessa e alla chioma una colorazione argentea. Le pigne sono di forma quasi cilindrica e sono posizionate nella parte superiore del ramo. A maturità raggiunta, le squame delle pigne si aprono e si staccano dagli strobili, cadendo al suolo con i semi. La corteccia dell’Abete bianco è liscia e argentea e si screpola a placche.

Le peccete altopianesi sono sostanzialmente di due tipi; la primaria, di origine naturale, che si può trovare nella parte alta dell’Altopiano ed è caratterizzata da alberi che vivendo in condizioni climatiche poco favorevoli si presentano spesso in formazioni rade e alberi che crescono poco in altezza con i tronchi molto contorti. La secondaria, di origine artificiale, è visibile nella maggior parte del nostro territorio galliese e si presenta sotto forma di dense formazioni con un rapporto altezza-diametro molto elevato. Queste formazioni sono state impiantate dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, in conseguenza alla distruzione del patrimonio boschivo durante il conflitto. Nelle peccete, dove l’umidità è edafica,  la caratteristica vegetazione del sottobosco è composta dal Farfaraccio, che, con le sue grandi foglie, dà un aspetto pieno all’ambiente, da varie specie di felci e da vari  tipi di muschi. Molto diffusi sono anche il Mirtillo rosso e nero, la Cardamine trifoglia e l’Acetosella.

Salendo di quota l’Abete rosso si consocia da una parte con il Pino mugo creando una densa e a volte impenetrabile boscaglia e dall’altra con il Larice, formando dei radi boschetti in cui il sottobosco è composto da molte graminacee che si sviluppano abbondantemente, favorendo così il pascolo di bovini.

POZZA D’ALPEGGIO

POZZA D’ALPEGGIO

Nonostante l’enorme quantità di acqua meteorica che cade annualmente sul nostro territorio, molto scarsa è quella che rimane in superficie a causa della presenza di rocce carsiche, che, non riescono a trattenere l’acqua.  Per poter abbeverare il bestiame al pascolo si sono da sempre creati dei piccoli bacini artificiali di forma circolare, che hanno contribuito a formare il paesaggio tipico del nostro territorio.

Con il passare degli anni nella pozza si insinuano specie vegetali e animali particolari unici per il nostro Altopiano.

Si possono osservare così alcune specie acquatiche come i Giunchi, alcune specie di Carex o la Lingua d’acqua, le cui foglie spesso occupano tutta la superficie della pozza; anche la Lenticchia d’acqua presente spesso nelle nostre pozze invade lo specchio d’acqua. Tra le numerose alghe presenti quella più particolare è la Euglena sanguinea che colora di rosso la pozza in cui è presente.

La vita all’interno della pozza è animata da numerosi Tritoni alpestri e crestati che possono essere osservati quando emergono in superficie per respirare. Tra gli anfibi, oltre alle rane (Rana temporaria, Raganella) e ai rospi (Rospo smeraldino e rospo comune), che utilizzano la pozza anche per riprodursi, con un pò di fortuna si può osservare, soprattutto al crepuscolo, la Salamandra pezzata che esce per cacciare le proprie prede.

Tra i molti e numerosi insetti che vivono nella pozza, le Libellule rappresentano per la bellezza del loro volo una delle caratteristiche peculiari dell’ecosistema pozza. Inoltre a queste si possono ricordare i Ditischi, visibili quando emergono in superficie per respirare, e i Gerridi  e i Velidi che grazie ad un particolare sistema di galleggiamento restano sospesi e si spostano velocemente a pelo d’acqua.